Torino sotterranea: le gallerie di Pietro Micca
Al posto della Torino di oggi, un tempo c’era una cittadella fortificata. La prima pietra fu posta nel settembre del 1564, per volontà del duca Emanuele Filiberto, che desiderava proteggere la sua nuova capitale.
La Cittadella aveva una pianta pentagonale, con un bastione a ogni vertice, ed era circondata da un ampio fossato.
Nel 1706, nel bel mezzo della guerra di successione spagnola, la Cittadella fu attaccata da oltre quarantamila uomini di Luigi XIV, e resistette agli assalti grazie a un accurato sistema di difesa: sotto la città, infatti, erano stati scavati 14 chilometri di gallerie, divise tra gallerie principali (più profonde) e gallerie di servizio (più in superficie).
Nelle gallerie erano state ricavate delle nicchie, riempite poi di esplosivo, che all’occorrenza veniva attivato per mezzo di una miccia a lenta combustione. L’esplosione, calcolata con la massima precisione, si ripercuoteva verso l’alto, in corrispondenza dei cannoni nemici. In questo modo, non viste ed efficaci, le truppe difensive riuscirono a proteggere Torino con quello che il maresciallo Vauban, celebre ingegnere militare, definì “il cavillo delle mine”.
Le gallerie difensive sotto la Cittadella resero celebre il soldato Pietro Micca, della compagnia dei minatori. Nella notte tra il 29 e il 30 agosto 1706, infatti, un manipolo di granatieri francesi individuò l’accesso alla galleria di servizio e vi si introdusse. Micca tentò di fronteggiarli: se avessero raggiunto la galleria bassa, si sarebbero infiltrati nel cuore della Cittadella con estrema facilità, prendendola dal suo interno.
Trovandosi solo, incapace di fermare il manipolo con la forza, Micca attivò una miccia cortissima, provocando un’esplosione istantanea che distrusse la scala di accesso alla galleria bassa. L’esplosione impedì ai francesi di introdursi nella Cittadella, ma provocò anche la morte di Pietro Micca, respinto da una potentissima onda d’urto e intossicato dai fumi.
Una porzione delle gallerie, compreso il tratto dove fu ritrovato il corpo di Micca, si può visitare ancora oggi al Museo Civico Pietro Micca, in centro a Torino.
Inoltrandosi nel dispiegamento di corridoi sotterranei, sembra di essere ammessi ad un luogo segreto, nascosto al mondo. L’aria è fredda, qualsiasi tempo faccia fuori, e l’unica luce è quella di poche lanterne sparse lungo la via. I soffitti sono tanto bassi che viene da chinare la testa e, all’incirca all’altezza delle spalle, ci sono dei mattoni sporgenti che fungevano da guida tattile quando era necessario spegnere tutte le luci.
Tanti sono i dettagli che raccontano la cura con cui fu concepita la difesa militare: ad esempio i gradini delle scale che collegano la galleria di servizio a quella bassa sono fatti in piccola parte di pietra e in gran parte di legno, così che, in caso di minaccia, il legno potesse essere distrutto, rendendo la scala tanto sconnessa da risultare impercorribile.
Il Museo conserva anche delle armi, tra cui un cannone francese, e dei modellini che ricostruiscono la Cittadella e l’insieme delle gallerie.
Per visitarlo:
Museo Civico Pietro Micca
via Guicciardini 7a – Torino
telefono: 011 54 63 17
aperto da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00
orari delle visite guidate: 10.30, 14.30, 16.30
biglietto intero 3€, ridotto 2€ (fino a 18 anni)
di Margherita Restelli