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Posted on Apr 10, 2013 in Artisti | 0 comments

Il periodo blu di Picasso? Nato dal suicidio di un amico

Il periodo blu di Picasso? Nato dal suicidio di un amico

L’artista Carles Casagemas era un amico di Pablo Picasso. Insieme a lui visse gli anni formativi a Barcellona e con lui partì alla volta di Parigi, allo scoccare del 1900, il secolo che mutò l’arte e alla cui mutazione il genio catalano contribuì in maniera decisiva.

All’epoca del primo viaggio a Parigi, Picasso era una sorta di spugna e andava a cercare ispirazione in chi l’aveva preceduto: Cezanne, Gauguin, Van Gogh su tutti.

A Parigi, lui e Casagemas frequentavano un gruppuscolo di giovani emigrati, poeti e artisti senza il becco di un quattrino. Tra loro c’era anche una certa Germaine Gargallo, una bella ragazza in cerca di fortuna. Casamages si innamorò di lei. Germaine prima acconsentì alla relazione, poi iniziò un lungo tira e molla che mandò Carles in crisi. Tra l’altro l’aspirante poeta e pittore soffriva di crisi maniaco-depressive e faceva abuso di droghe. Quindi il folle amore per Germaine certo non lo aiutava.

La sera del 17 gennaio 1901 – Pablo non c’era, era tornato in Spagna per delle faccende personali – il gruppo si riunì al Café de l’Hippodrome, a Montmartre. Qui la compagnia era solita andare a chiacchierare e a consumare assenzio.

Dopo cena Casagemas tentò il tutto per tutto e chiese a Germaine di sposarlo. Lei lo respinse. A quel punto Carles si alzò in piedi e dalla tasca tirò fuori un biglietto, che cascò a terra, e una pistola. La puntò sulla ragazza e fece fuoco. Lei si gettò sotto il tavolo. Lui, credendo di averla uccisa, rivolse la canna alla tempia e tirò il grilletto. Carles, ancora vivo, fu trasportato all’ospedale in fretta e furia, dove morì attorno a mezzanotte.

Germaine invece si salvò. La pallottola che le era destinata, la sfiorò appena e andò a conficcarsi in un muro.

L’eco della notizia arrivò presto oltre i Pirenei. Picasso incominciò a esserne ossessionato. Si sentiva in colpa per aver lasciato l’amico in un momento di difficoltà. Il dolore diventò intollerabile. Tornato a Parigi alcuni mesi più tardi, iniziò a dipingere Carles dentro la cassa da morto, all’obitorio, facendo esplodere sulla tela pennellate drammatiche, degne di Van Gogh. Pablo realizzò più di un dipinto di Casagemas defunto, non lasciando nulla all’immaginazione, il foro del proiettile evidente sulla tempia destra.

Dopo la morte di Carles, Picasso si concentrò nella produzione di tele in cui a prevalere erano i toni del blu. In queste opere Pablo rivelò una splendida sottigliezza poetica e una malcelata inquietudine personale. Il periodo, che durò circa tre anni, fu un momento di passaggio che lo traghettò prima verso il periodo rosa e poi verso l’arte cubista.

I soggetti di questi dipinti furono gli esiliati, i detenuti, i mendicanti, le persone del circo, i disperati.

A fare da contrasto all’impianto monocromatico blu, Picasso utilizzava, per rendere la pelle dei protagonisti, il giallo chiaro, tendente al bianco. Il procedimento regalava un senso di mistero e di fantasmatico alle figure rappresentate. Le opere del periodo blu rimangono quanto di più sincero e ricco di pathos abbia prodotto l’artista catalano. È evidente che non fu solo il suicidio dell’amico a portarlo verso questa direzione, ma anche lo spirito dei tempi, l’idea che gli artisti avevano di sé: ovvero outsider sociali che, per definizione, dovevano coltivare depressione e idealizzare il proprio presunto martirio.

Ma come bene sappiamo Picasso era troppo geniale per fermarsi a questo stadio. Il resto della sua carriera è lì a dimostrarlo.

Erik Satie – 3 Gymnopedies: Gymnopedie No. 1

 

L’immagine in copertine appartiene a: Musée Picasso, Paris, France.

 

 

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