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Posted on Mag 7, 2013 in Dizionario Artistico | 0 comments

Affresco

Affresco

L’affresco è una delle tecniche pittoriche più antiche. Si è sviluppato in maggior misura in area mediterranea, in particolare in Italia, soprattutto per questioni climatiche, poiché il muro destinato ad accogliere i colori doveva essere il più asciutto possibile.

Molti dei più grandi artisti italiani, a partire dal Trecento in poi, si sono misurati con tale metodo, raggiungendo in molti casi vette stratosferiche, si pensi ad esempio alla Cappella degli Scrovegni di Padova, opera di Giotto, alla Cappella Brancacci a Firenze, di Masolino da Panicale e la Cappella Sistina, capolavoro di Michelangelo.

La tecnica richiede un procedimento piuttosto complesso, tanto che nella stragrande maggioranza dei casi, il lavoro era collettivo e contemplava figure specializzate.

La preparazione prevedeva la stesura prima di un intonaco chiamato arriccio, su cui poi veniva steso un altro tipo di intonaco più fine, detto tonachino. Quest’ultimo andava mantenuto umido durante tutta la fase della coloratura. Le superfici degli affreschi, viste oggi ai raggi x, mostrano le cosiddette giornate, ovvero le scansioni giornaliere del lavoro fatto.

Il disegno veniva tracciato grazie alla sinopia, una terra rossa coperta a mano a mano che si procedeva con l’aggiunta del colore. Questa era un’altra fase complessa dell’affresco, anzi forse la più complessa, poiché non tutti i colori erano adatti a reagire con la calce e perché l’effetto bagnato modificava la percezione della tonalità usata, nonché dell’effetto di chiaroscuro e delle ombre.

Si utilizzavano tinte di origine minerale, prima macinate a lungo in acqua e poi stese con setole morbide. Una volta messe sull’intonaco, prendeva vita il processo di carbonatazione, che inglobava il colore alla calce, rendendolo resistente all’acqua e al tempo.

Per rendere più facile la vita agli artisti, nel Medioevo si passò al cartone. Si trattava del disegno d’insieme che veniva trasferito sul muro tramite incisione, tramite ricalco dei contorni con una punta dura, o tramite spolvero, che consisteva nel bucare i contorni del disegno con una punta di spillo, facendo poi passare attraverso i fori della polvere trattenuta in un tampone.

Il cartone rese più facile il lavoro dell’artista che si dedicava solo al disegno, mentre l’esecuzione sulle pareti veniva portata avanti dagli aiuti.

Vista la complessità del lavoro, i ritocchi venivano poi eseguiti a secco, utilizzando la tempera, metodo che li rendeva però più facilmente degradabili.

A partire dal XV secolo, la pittura a olio, perfezionata e diffusa grazie agli artisti olandesi, prese piede anche nel resto d’Europa e fece scemare la pratica dell’affresco.

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