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Posted on Apr 30, 2013 in Borghi | 0 comments

Apricale: entroterra ligure, tra arte, olio e palcoscenici naturali

Apricale: entroterra ligure, tra arte, olio e palcoscenici naturali

Siamo nell’entroterra ligure, a Ponente. Il mare da qui non si vede, né arriva l’odore del salmastro. Qui a farla da padrone sono i declivi e le alture a cui si aggrappano gli ulivi di taggiasca e le case di certi borghi dove regnano silenzio e leggende.

In questo territorio si trova una delle vie dell’olio più antiche d’Italia, una strada che unisce idealmente 20 comuni, alcuni dei quali ospitano case in pietra, passaggi coperti, pievi, campanili e carruggi lastricati e mai in piano, dato che il terreno non lo permette.

Tra i borghi più celebri c’è Apricale che si rivela più come una scenografia che non come un vero e proprio paese.

Di grande interesse è il castello, detto della Lucertola, nato attorno all’anno mille, e poi passato di mano in mano ad alcune delle famiglie più potenti della zona, come i Doria. È celebre perché custodisce gli Statuti in pergamena risalenti al 1267. Questi documenti definivano le principali attività della vita comunale come il pagamento delle tasse e l’amministrazione della giustizia. Ai reati più gravi si applicavano punizioni terribili – la sepoltura dell’assassino ancora vivo con la vittima. Non erano da meno le condanne per le donne adultere che venivano decapitate e i ladri di bestiame che subivano l’amputazione di un piede o della mano.

Il cuore attorno a cui ruota questa bizzarra cascata di strade e case è la piazza. Alle spalle di questo minuscolo spazio si trova l’oratorio di San Bartolomeo. Qui vi troverete di fronte un grande polittico a sei scomparti, realizzato nel 1544. Interessante è anche la parrocchiale della Purificazione di Maria Vergine di origine duecentesca e rifatta più volte nel corso dei secoli. Il campanile, un tempo era la torre del castello.

Il paese è animato da parecchie botteghe artigiane che si aprono lungo le scalinate o in spazi angusti e improvvisati. Vista l’aria che si respira, Apricale ha richiamato e continua a richiamare artisti da ogni parte del mondo.

A dimostrazione della passione reciproca tra arte e borgo, in pieno agosto, l’intero paese diventa un teatro a cielo aperto. Dal 1990, per dieci giorni consecutivi, infatti ospita spettacoli itineranti, dove spesso sono le strade, i muri, le chiese, i palazzi a fare da quinta e da platea. Sono gli spettatori che devono inseguire gli attori e che a volte intervengono in una miscela di magia e partecipazione.

Come abbiamo detto Apricale si trova nel cuore di una zona ricca di stimoli artistici ma anche gastronomici. Non lontano si trova Pigna, un paese dove viene coltivato il fagiolo bianco che da queste parti viene chiamato rundin.

I fagioli, forse provenienti dalla Spagna forse dalla Provenza, hanno trovato nel terreno e nel sole di questa ritaglio di Liguria un luogo dove prosperare. Crescono su terrazzamenti predisposti, attaccati alle canne. Sono perfetti per essere mangiati lessi, ovviamente conditi con l’olio extravergine di taggiasca, nelle zuppe o in una ricetta tipica che si può assaggiare in alcune trattorie della zona, ovvero accompagnati alla capra.

Se volete godervi un album impregnato di questi atmosfere vi consigliamo: Ivano Fossati – Discanto

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