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Posted on Lug 6, 2013 in Bergamo, Natura | 0 comments

Fiume Adda: fonte di ispirazione artistica inesauribile

Fiume Adda: fonte di ispirazione artistica inesauribile

L’Adda origina dal Monte Ferro, sulle Alpi Retiche, a 2990 metri e, attraversando la Valtellina, sbocca nel Lago di Como, esce dal lago di Lecco e arriva sino alla Pianura Padana in cui scorre raggiungendo il Po nel quale si immette. L’Adda è il suo più lungo affluente ed è il quarto fiume d’Italia per lunghezza. Attraversa ben otto provincie e gli uomini che le hanno abitate hanno saputo sfruttarne i benefici sempre con grande rispetto.

E l’Adda è protagonista di molte vicende ordinarie e straordinarie che si sono svolte dentro il grande territorio che attraversa: scenario di curiosità e leggende, di storie epiche o marginali, e che ha saputo intercettare gli interessi di molti artisti che lungo il suo percorso hanno tratto linfa, ispirazione, energia.

Lungo il corso innumerevoli sono le bellezze da scoprire, sia naturali, sia architettoniche, sia artistiche, elementi che, come dicevamo in precedenza, sono stati motivo di ispirazione da parte di alcuni scrittori e pittori. Tra gli appassionati più celebri c’è Manzoni.

“E stando così fermo, sospeso il fruscio de‘ piedi nel fogliame, tutto tacendo d’intorno a lui, cominciò a sentire un rumore, un mormorio, un mormorio d’acqua corrente. Sta in orecchi; n’è certo; esclama: «è l’Adda! » Fu il ritrovamento d’un amico, d’un fratello, d’un salvatore”. Così il celebra l’incontro tra Renzo e il fiume Adda ne I Promessi Sposi, come quello tra due persone che si appartengono, che sono intimamente legate, che si aspettano.

Oltre a scriverne nella sua opera di riferimento, le dà voce nel componimento poetico intitolato Adda, col quale invita l’amico Vincenzo Monti a trascorrere del tempo sulle rive del fiume. In questo lavoro l’Adda diventa una Dea e parla al Monti, ricordandogli di andare a visitarla per godersi i suoi luoghi più belli.

Carducci inserisce tra le sue Odi barbare un componimento intitolato Su l’Adda, nel quale viene elogiata per la sua capacità di mantenersi sempre uguale, “Addua cerulo: Lidia su’l placido”, nonostante il tempo e la storia continuino a scorrere attorno a lei.

Cambiando arte di riferimento e passando alla pittura, è il genio di Leonardo da Vinci a farla da padrone dato che visse nei pressi del fiume per alcuni anni. Se il suo interesse pare principalmente scientifico, sono molti gli studiosi che ritengono l’Adda, e certi scorci, protagonisti negli sfondi di alcuni suoi dipinti, addirittura tra i più celebri. Sono però solo supposizioni. Certo è che Leonardo fece progetti riguardanti il fiume e la sua navigabilità e che lo riprodusse insieme al suo territorio in molti schizzi, in particolare nel periodo in cui fu ospite nella Villa Melzi a Vaprio d’Adda. L’edificio, in stile rinascimentale, è abbellito da un giardino a terrazze che scende sino al naviglio Martesana e dà sull’avvallamento del fiume.

Lungo il suo corso, ancora oggi, si possono incontrare parecchie testimonianze del passaggio di Leonardo. Il traghetto che porta il suo nome permette la navigazione da Imbersago a Villa d’Adda, e funziona in modo ingegnoso.

Tra le due sponde del fiume è stato teso un cavo d’acciaio, a cui è agganciato il traghetto. Il manovratore opera su un timone per orientare l’imbarcazione, mentre, con l’uso di un bastone in ferro, agisce sul cavo d’acciaio dando la spinta iniziale. Il traghetto sfrutta la corrente del fiume, rendendo superfluo l’uso di un motore.

Compreso tra le province di Lecco, Milano e Bergamo e, all’interno del Parco Adda Nord, è stato istituito l’Ecomuseo di Leonardo. Si tratta di un territorio caratterizzato dalla vicinanza al fiume e dai segni che questo grande personaggio vi ha lasciato vivendo e operando al suo interno.

Non sono solo gli artisti del passato ad essersi dedicati a questo fiume. Nei secoli l’Adda non è stata dimenticata e ci sono anche oggi molti artisti che la prendono a modello per le loro opere e anche molti poeti locali che la raccontano ed elogiano la bellezza delle sue sponde e delle sue acque. Alcuni in rima, alcuni in endecasillabi, alcuni usando il dialetto, questi verseggiatori scrivono le odi al fiume che per secoli è stato fonte di vita per gli abitanti e fonte di ispirazione per artisti.

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