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Posted on Ott 11, 2013 in Edifici sacri | 1 comment

La magia del sito di Santa Maria di Vezzolano

La magia del sito di Santa Maria di Vezzolano

L’Abbazia di Santa Maria di Vezzolano si trova in Piemonte, nel comune astigiano di Albugnano, a 34 km dal centro di Torino. Chi è nato in questa zona dice che “qui non c’è niente da vedere”, niente che meriti un viaggio o una visita.

Invece no, c’è l’Abbazia di Vezzolano, unico vero orgoglio artistico locale.

Dal punto di vista stilistico, l’abbazia è un ibrido tra romanico classico e primo gotico: vien da dire che per ogni elemento sia stato scelto tra i due lo stile in grado di realizzarlo meglio.

Sulle origini si agita una leggenda che attribuisce la fondazione della chiesa ai tempi di Carlo Magno. Nell’anno 773 l’imperatore si trovava a caccia nella selva di Vezzolano, quando fu spaventato dall’apparizione di tre scheletri usciti da una tomba, episodio raffigurato in uno degli affreschi all’interno dell’abbazia. Aiutato da un eremita e invitato a pregare da Maria Vergine fece edificare nel luogo dell’apparizione una chiesa abbaziale.

La ricostruzione storica invece colloca le sue origini in epoca longobarda, con successivi ampliamenti, fino alla distruzione nel X secolo da parte dei Saraceni. Nel 1002 fu ricostruita e donata da Arduino re d’Italia a Oddone di Bruzolo, che la diede in eredità ai suoi discendenti, i quali a loro volta la cedettero al preposto di Vezzolano nel 1095, anno in cui alcune fonti storiche fanno risalire l’atto di fondazione della chiesa. L’abbazia fu abitata da monaci fino agli inizi dell’Ottocento.

Il sito di Vezzolano si raggiunge attraverso il piccolo comune di Albugnano passando per una strada aggrappata al fianco di colline ricoperte da vigneti e boschi.

Una volta superato il centro abitato si smette di salire e la strada comincia a scendere dolcemente attraverso il bosco, verso una piccola valle. La strada termina in un piazzale, dal quale parte il sentiero sterrato, che costeggia tutto il complesso dell’Abbazia fino all’ingresso principale.

Vezzolano è considerato l’esempio più pregevole in Piemonte di architettura romanico-lombarda. Davanti alla Chiesa si apre un piccolo sagrato anticamente adibito a cimitero, dove sorgeva un maestoso cipresso. Dopo vari interventi sul tronco, mirati a preservare l’albero plurisecolare, nel 2008 il cipresso è stato rimosso per motivi di sicurezza e posizionato nel prato della zona absidale in asse con l’edificio, consentendo di inquadrare la bifora di facciata entro la monofora absidale.

La facciata è in puro stile lombardo costruita in mattoni intersecati da fasce di arenaria, nella quale sono visibili conchiglie marine fossili. Sopra i capitelli delle colonne, accanto agli stipiti della porta centrale, vi sono la testa del bue e del leone, simboli degli Evangelisti Luca e Marco.

Entrando l’attenzione è attirata dal Nartéce, una sorta di portico, che divide in due parti la chiesa: la prima riservata ai catecumeni, la seconda riservata ai battezzati. Basato su cinque arcate a sesto acuto, sorrette da sei colonne, il Nartéce presenta uno splendido bassorilievo a due fasce di calcare azzurrognolo. Nella fascia inferiore sono rappresentati, seduti, 35 Patriarchi, gli antenati della Madonna. Ciascuno porta il proprio nome scritto su un cartello. Mancano i primi tre, dipinti sul pilastro di sinistra, e gli ultimi due dipinti sulla colonna di destra. Nella fascia superiore troviamo, a sinistra, i simboli degli Evangelisti Giovanni e Luca, gli Apostoli che depongono il corpo della Vergine nel sepolcro. A destra, i simboli degli Evangelisti Marco e Matteo, gli Angeli che portano il corpo della Vergine in cielo. Al centro Gesù incorona sua Madre. Il bassorilievo, dedicato a Maria Assunta, è il più completo e forse il più antico in Italia.

Il piccolo chiostro dell’Abbazia documenta le caratteristiche dei giardini sacri del Medioevo, quando si attribuiva uno specifico significato alla figure geometriche – quadrata per l’elemento umano e circolare, come rappresentazione al suolo della sfera celeste e immagine dell’assoluta perfezione divina. Uno spazio vegetale quadrato è ripartito in altri quattro quadrati formanti una croce orientata verso i punti cardinali.

Il centro del giardino è occupato da un piccolo albero di ginepro che, così come i fiori collocati nelle aiuole del chiostro, è un elemento simbolico proprio del giardino sacro. Il ginepro era coltivato al centro del chiostro dei monasteri più antichi perché, secondo la credenza popolare, era la pianta nel cui legno era stata intagliata la croce di Gesù.

La struttura vista alle spalle, da una piccola altura vicina, sembra un grande animale disteso. Da qui non si vede l’elegante e imponente facciata romanica, ma è da questo punto di osservazione che si può ammirare meglio come questo bellissimo monumento medievale si fonde con il paesaggio.

Sembra quasi che sia nata prima l’abbazia e che poi gli sia stata costruita la campagna intorno, come quando si sceglie lo sfondo per un quadro.

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1 Comment

Trackbacks/Pingbacks

  1. Cascina Betlemme, Asti | Smartrippin
    […] di sentieri molto curati e ben segnalati. Il sentiero 141 che ci porta a Cascina Betlemme da Vezzolano non è…

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