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Posted on Set 13, 2013 in Lifestyle | 0 comments

La tradizione di un tessuto tirolese: il Loden

La tradizione di un tessuto tirolese: il Loden

Mater artium necessitas, dicevano i latini, tradotto poi come “la necessità è madre delle invenzioni”. Una frase fatta che racconta una verità, soprattutto quando si guarda al passato dove le comodità erano spesso poche e le difficoltà sempre in agguato. Quando non c’erano le capanne l’uomo ha scoperto le grotte, quando aveva fame ha iniziato a cacciare e poi a vivere di raccolto, quando ha sentito freddo ha inventato i vestiti. In Austria e in Alto Adige, dove l’inverno è pungente e le nevicate assicurate, gli uomini hanno creato il Loden.

Il loden è un tessuto di lana tipico di quello che era il Tirolo. I contadini lo filavano già a partire dal Medioevo, approfittando di una delle poche risorse che erano disponibili: le pecore.

Esattamente come succede oggi quando una star indossa un capo comune, il loden diventa Alta Moda tra l’aristocrazia austroungarica quando a indossarlo per una battuta di caccia è l’imperatore Francesco Giuseppe.

Da grezzo panno di colore grigio a raffinato tessuto rosso, bianco, nero e verde, il loden viene mischiato al cashmere per creare soprabiti, mantelle, tabarri non solo resistenti, impermeabili e caldi, ma anche morbidi, leggeri ed eleganti. Il capo più famoso è sicuramente il cappotto modello Hubertus – quello con la piega sulla schiena – che viene spesso identificato col nome del tessuto stesso.

La moda ripropone periodicamente il loden come “must have”, ma in Alto Adige le aziende che lo producono sono sempre al lavoro e la richiesta è costante, come la lavorazione tradizionale che lo caratterizza. Le aziende artigianali, tra le più famose la Oberrauch Zitt e la Moessmer, seguono il procedimento originale che parte dalla selezione della lana più delicata che viene cardata, filata e tessuta; successivamente viene eseguita la follatura (compressione e battitura) che ne determina la resistenza; a questo punto avviene la fase di fissaggio tramite tintura, garzatura, rasatura e pettinatura, rigorosamente seguendo un’unica direzione. Infine, tramite speciali essiccatoi gli viene conferita la tipica lucentezza.

L’importanza di questo tessuto è tale che l’azienda Oberrauch-Zitt ha decido di dedicargli un museo, a Vandoies in Val Pusteria, dove è possibile vedere alcune delle fasi di lavorazione del loden e conoscerne le caratteristiche in modo interattivo. Non può mancare un gregge di pecore tirolesi all’esterno, fornitrici dell’indispensabile lana.

Benché le radici del loden affondino nelle zone delle Dolomiti, anche a Sovere, in provincia di Bergamo, c’è un azienda che realizza capi realizzati in vari tessuti, tra i quali il loden, ideando una linea chiamata “Ol feder” che ripropone l’abbigliamento tradizionale adattato a uno stile moderno, utilizzando la lana delle pecore brianzole, lavorata come si faceva un tempo.

Il Loden è il simbolo di una tradizione che non è mai sparita, ma che anzi continua ad essere viva e ad avere un ruolo importante. Nel nostro secolo è stato immagine di buon gusto, ha imperato negli anni ’70, è divenuto divisa degli intellettuali universitari e capo chic da sfoggiare nelle rinomate località montane. Parafrasando Coco Chanel, non è indossando un indumento nuovo che si risulta eleganti e il Loden ne è la prova: un eleganza che arriva dal passato ed è rimasta immutata.

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