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Posted on Giu 20, 2013 in Archeologia | 0 comments

Le Vie Cave degli Etruschi: percorsi e leggende del sottosuolo

Le Vie Cave degli Etruschi: percorsi e leggende del sottosuolo

Fra 2500 anni, i nostri discendenti, dopo uno stallo informativo e la perdita della stragrande maggioranza dei dati relativi alla nostra civiltà, potrebbero avere gli stessi dubbi che noi nutriamo nei confronti degli Etruschi. Se, scavando, dovessero incocciare nei resti degli attuali tunnel della Metropolitana, si interrogherebbero forse sul senso e l’utilità di quei passaggi sotterranei come noi facciamo con le Vie Cave.

Le Vie Cave si trovano nell’area compresa tra Sovana, Sorano e Pitigliano, tre piccoli borghi in Maremma, non molto distanti da Umbria e Lazio.

Se amate i misteri, i luoghi capaci di dare le vertigini a cervello e cuore, se vi stupite di fronte all’ingegno dei nostri antenati, se riuscite a staccarvi dal mondo raziocinante e digitalizzato dell’oggi e non disdegnate trascorrere qualche ora tra culti passati, divinità arcaiche, dubbi da archeologi, le Vie Cave sono il posto per voi.

Si tratta di una rete di strade tracciate più o meno nel V secolo a.C., in una zona governata dagli Etruschi.

Nonostante l’impegno degli studiosi, le scoperte di nuovi materiali e insediamenti, tecniche d’indagine sempre più raffinate, ancora oggi è impossibile dare una motivazione univoca e certa del perché siano state costruite.

Ciò cui ci troviamo di fronte oggi sono passaggi scavati nel tufo larghi al massimo una trentina di metri, lunghi tra i 300 metri e il chilometro e mezzo. In alcuni casi l’altezza delle pareti raggiunge i 25 metri e percorrerli restituisce sensazioni di meraviglia e inquietudine, d’incanto e timore.

Le Vie Cave fanno subito nascere una domanda spontanea: come hanno fatto gli Etruschi a scavarle con i mezzi che avevano a disposizione?

La risposta potrebbe iniziare prendendo in considerazione il terreno da cui sono state ricavate: il tufo. La zona dove si sviluppano è infatti chiamata Area del Tufo. Questa roccia, friabile e facilmente lavorabile, ha permesso alle popolazioni locali di ricavarne necropoli, tombe, case, ricoveri per animali e vie di comunicazione. Sappiamo tra l’altro che gli Etruschi conoscevano le tecniche di scavo che usavano anche gli Egizi, che consistevano nell’uso di legni e di acqua e che avevano un effetto, sia chiaro meno dirompente ed efficace, della dinamite.

Delle poche notizie certe che ci sono arrivate sugli Etruschi la maggior parte riguarda il loro sistema religioso. La necropoli, ovvero la zona di sepoltura, doveva somigliare in tutto e per tutto alla città vera, situata sui colli, e quindi dovevano avere vie, piazze e case uguali. Le tombe rappresentavano le abitazioni per la vita eterna, ed erano pensate per dare ristoro al defunto nel percorso post mortem.

È quindi possibile che in origine le Vie Cave fossero le strade che collegavano le tombe all’interno delle necropoli e, allo stesso tempo, che univano gli insediamenti urbani alle zone cimiteriali.

Nel corso del tempo i tracciati originali andarono a incrementare, ad allargarsi e allungare. Tra l’altro la divinità più celebrata e amata dagli Etruschi era la Terra Madre, motivo che ci fa credere che le Vie Cave nascessero anche dall’esigenza religiosa di attraversare la terra per ottenere un contatto diretto.

Nel corso del tempo su quelle che, forse, nacquero come strade a carattere sacro, si andarono a innestare usi di carattere commerciale o di utilità collettiva. La natura sacra divenne meno importante e l’aspetto viario prese il sopravvento. Qui sta anche il motivo del contendere tra coloro che le ritengono strade sacre e coloro che le ritengono vie “laiche”, nate per esigenze terrene e quotidiane.

In ogni caso se le si percorre, visto il lavoro di abbassamento graduale dovuto agli agenti atmosferici e a ulteriori interventi umani, si possono notare, nella parte alta, la più antica, i segni della civiltà etrusca segnalati perlopiù da alcuni simboli sacri tra cui la svastica, che fino all’avvento del nazismo aveva solo valenze positive e che per gli etruschi era il simbolo del Sole Ruotante, il cui ciclo permetteva il perpetrarsi della vita. Altri simboli che si possono incontrare sulle pareti di tufo sono il guerriero a cavallo, emblema del viaggio del defunto nell’oltretomba, e organi genitali maschili e femminili. Il fallo, nello specifico, era considerato un’immagine portafortuna e forza generatrice di vita.

Nella parte centrale delle pareti di tufo si incontrano invece nicchie di origine medievale dette “scacciadiavoli”. Con l’avvento della Cristianesimo, le Vie Cave divennero il fulcro di dicerie e storie inquietanti. Si diceva che chi le percorreva non tornasse più indietro o che lungo il percorso si potessero incontrare mostri e streghe. Per scacciare tali presenze demoniache si scavarono cavità e le si affrescarono con Madonne e Santi.

La parte più bassa e invece più recente ed è spesso più grezza e segnala il lavoro di allargamento che è stato necessario per far passare, dove possibile, i mezzi di trasporto motorizzati.

Oltre alle molteplici teorie e leggende che accompagnano questi affascinanti passaggi del sottosuolo, vale la pena visitarli per gustarsi la varietà del paesaggio, la bellezza della natura che si è allungata fin lì nel corso dei secoli, aggiungendo ulteriori suggestioni, e per respirare un’aria ricca di magnetismo, incontaminata, dove pare di poter toccare con mano dimensioni spazio-temporali ormai perdute.

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