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Posted on Nov 5, 2013 in Una stanza tutta per sé | 0 comments

Lo sguardo altrove: i personaggi delle illustrazioni di Bimba Landmann

Lo sguardo altrove: i personaggi delle illustrazioni di Bimba Landmann

I personaggi di Bimba Landmann hanno qualcosa di diverso dagli altri, qualcosa che sta nello sguardo.

Che siano ispirati a storie vere, miti o creazioni di fantasia, il loro sguardo è rivolto altrove, oltre, come se fossero a conoscenza di qualcosa che al lettore sfugge e non può sapere, o non ancora.

Ciò che Leonardo, Giotto, Chiara e Francesco sanno e a noi è ancora inconoscibile, è la loro storia. La storia che li ha resi ciò che sono, portandoli da Moshe Segal a Marc Chagall, da Pique la lune (Pungi la luna, il soprannome che gli veniva dato dai compagni di scuola) ad Antoine de Saint-Exupéry.

E allora i personaggi di Bimba guardano attraverso di noi e vanno oltre. “Vedrai”, sembra che sussurrino:“Ti porterò lontano”.

Di fare l’illustratrice, la Landmann l’ha deciso che non aveva ancora compiuto dieci anni. Galeotto fu un antico libro miniato, che insinuò in lei l’idea che si potessero riempire le proprie giornate di immagini e colori folgoranti, proprio come quelli del libro.

Lo sguardo della Bimba di allora sarà stato senza dubbio come quello dei suoi personaggi: volto a guardare lontano, certo di affacciarsi su un’avventura di quelle senza pari.

Da allora, le sue opere hanno girato il mondo: i suoi libri sono stati tradotti in più di venti lingue e le sue tavole esposte, tra gli altri luoghi, alla National Gallery di Londra, all’Itabashi Museum di Tokyo e in America.

Ovunque siano arrivate, si sono trovate a casa: «La provenienza delle illustrazioni non è sempre visibile. A volte provengono da un unico luogo che è l’immaginazione».

Per arrivare dall’incontro estatico con l’illustrazione davanti al libro miniato al viaggio intorno al mondo, Bimba racconta: «Ho anche avuto fortuna, oltre che una ferrea determinazione di fronte a ostacoli durissimi. Credo sia capitato a tutti gli illustratori di sentirsi dire che il proprio lavoro sia “impubblicabile”.

Per portare il sogno di bambini verso la concretezza bisogna disegnare e disegnare e ancora disegnare. Praticare il più possibile per crescere sempre. Accogliere le critiche quando servono a crescere e rifiutare assolutamente le critiche disfattiste, quelle che servono solo a distruggere i propri sogni e il proprio credere.»

Darsi all’atto del disegnare, oltre che un esercizio pittorico, è anche e sempre un esercizio terapeutico di presa di consapevolezza ed esplorazione dei meandri più nascosti di se stessi. Bimba Landmann ha curato diversi laboratori, rivolti talvolta a bambini, talaltra a carcerati: «Credo nel potere salvifico e curativo e magico dell’arte. Ho osservato come bambini e carcerati disegnando abbiamo aperto una porta su una parte intima e profonda di loro stessi. In quel luogo abitano intuizione, conoscenza profonda, magia. Ed e’ naturale che avendo accesso a quei mondi l’umano diventi più umano avvicinandosi alla bellezza e alla poesia in tutte le sue forme.»

I laboratori artistici, dunque, sono ulteriore testimonianza della necessità di fare e fruire l’arte per non dimenticarsi mai di cercare la bellezza, ovunque risieda, anche e forse soprattutto nei momenti più bui.

Il luogo dove per la prima volta risiede la bellezza delle illustrazioni di Bimba Landmann, è la stanza delle sue creazioni: «Il luogo dove creo è la mia stanza, il mio studio, che è dentro alla mia casa.

Dalla finestra vedo il cielo e anche se abito in una grande città ogni tanto appaiono le rondini o gli storni o le nuvole o le stelle o il cielo con colori bellissimi e sfumature incredibili.

Nella mia stanza c’è tutto il materiale che mi occorre per creare, colori carta pennelli matite musica. E fuori dalla finestra, nel cielo, c’è tutto quello che serve alla mia anima per trovare ispirazione e concentrazione.»

E allora tutto il resto scivola in secondo piano, compresa la tecnica, che Bimba racconta essere in fondo solo un pretesto: «A volte si ha voglia di usarne una a volte un’altra, ma non è mai il fondamento di una poetica.»

Il vero fondamento poetico sta altrove: nel cielo, negli sguardi che guardano lontano, nelle storie che trasformano le persone in indimenticabili personaggi.

Altrove, nel luogo dove guardano i personaggi delle illustrazioni di Bimba Landmann e dove anche noi, nell’intervallo di tempo che dura uno dei suoi libri, possiamo trovare rifugio.

Margherita Restelli

il sito di Bimba Landmann: http://www.bimbalandmann.com

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