Matilde di Canossa: un nome per luoghi dal fascino insuperabile
Dolci colli, castelli, storie che evocano un passato ancora vivo: un viaggio tra i cosiddetti luoghi di Matilde di Canossa, una donna che ha fatto la storia. Siamo in provincia di Reggio Emilia, fra strade libere dal traffico e un paesaggio che produce forme che paiono disegnate da una mano sapiente e gigantesca. Nei pressi di Rossena, lasciate l’auto e salite su un pendio dove è evidente la linea di una antica torre difensiva. Raggiunto il punto più alto, è possibile avere una panoramica a 360 gradi sulle terre circostanti. Terre che milioni di anni fa si trovavano negli abissi marini. Il nome, Rossena, deriva dal colore delle rocce su cui è stata eretta la fortezza e che faceva parte del sistema difensivo tracciato da Matilde di Canossa. Hanno una tonalità rossastra perché sono affioramenti di rocce vulcaniche che si sono formate da eruzioni sottomarine ere fa.
Ma chi era Matilde? Matilde nacque nel 1046, in un periodo in cui le donne avevano un ruolo davvero marginale. Per saperne di più conviene andare a visitare ciò che è rimasto del castello di Canossa, lì dove si sono svolti i fatti che l’hanno resa famosa. Prima di arrivare, sulla strada, potrete incontrare altri elementi bizzarri che caratterizzano il paesaggio. Proprio a ridosso del castello affiorano delle rocce che nel colore e nella forma potrebbero appartenere a un panorama lunare. Sono strisce di pietra biancastra che formano delle piccole vallette, i calanchi. Anch’essi sono residui abissali. Sono argille che si sono depositate decine di milioni di anni sul fondo del mare. Fra queste pietre sono state trovate conchiglie, resti di pesci, gusci di molluschi.
Uno scenario che doveva vedere anche Matilde dal suo castello circa dieci secoli fa. A essere sinceri, una volta la rocca era un’altra faccenda. Era un edificio esteso, dominante e faceva parte di una serie di fortificazioni che seguivano le vie di comunicazione che da nord scendevano a Roma, dal Brennero, dal Sempione, dal San Gottardo, dal San Bernardo. Erano vie percorse dai pellegrini che in epoca medievale intraprendevano viaggi davvero pericolosi e duri per raggiungere i luoghi della fede.
I Canossa erano di stirpe longobarda, originari di Lucca. Verso la fine del X secolo iniziarono a costruire una rete di fortificazioni sui colli emiliani. Nell’arco di poche generazioni, la famiglia diventò sempre più potente grazie a matrimoni, guerre, alleanze mirate. Era un periodo in cui la lotta fra impero e papato era ai massimi storici e, spesso, i Canossa erano lì in mezzo a cercare di sciogliere le controversie. Matilde partecipò a uno degli eventi più noti. Nel 1077 costrinse l’imperatore Enrico IV a vestirsi da pellegrino e ad aspettare fuori dal proprio castello tre giorni per chiedere perdono al papa che l’aveva scomunicato. Per dare un’idea dell’importanza di Matilde basterebbe dire che è una delle sole due donne a essere sepolte nella basilica di San Pietro. I suoi resti si trovano in un sarcofago realizzato dal Bernini.
La terre di Matilde di Canossa sono ricche di storie e sono distribuite entro i confini di quattro provincie – Parma, Reggio Emilia, Modena e Ferrara – e ventidue comuni. Un territorio che offre mirabili paesaggi, edifici come pievi, castelli, case-torri di grande fascino, itinerari in cui all’arte si sposa la buona cucina e i sapori tipici. Ma di questo parleremo un’altra volta