Torino, Porta Palatina: Roma dove non te la aspetti
La Porta Palatina, a Torino, è racchiusa da un giardino ideato in occasione dei XX Giochi Olimpici Invernali. In questo modo, una delle porte romane del I secolo a.C. meglio conservate al mondo, è diventata un luogo da vivere in modo piacevole e informale. La si può infatti attraversare quotidianamente per raggiungere il cuore della città, oppure tenerla come scenario di sfondo, comodamente seduti sulle panchine all’ombra degli alberi.
Ai tempi in cui Torino era la Julia Augusta Taurinorum, era la porta principalis dextera, che consentiva l’accesso da nord.
Il nome, tuttavia, è successivo all’epoca romana, e potrebbe fare riferimento alla vicinanza della porta con il Palatium, sede imperiale dei sovrani Longobardi.
La struttura è quella che si dice ad cavaedium: una doppia porta accompagnata da un cortile quadrangolare interno, detto statio.
Le torri sono alte più di 30 metri e hanno una struttura a 16 facciate.
Le statue di bronzo subito all’interno della porta rappresentano Cesare Augusto e Giulio Cesare, e sono copie posizionate in seguito all’ultimo restauro, nel 1934.
Nel XVIII secolo, l’intervento di rinnovamento urbanistico avviato da Vittorio Amedeo II ha rischiato di segnare la fine della Porta Palatina, giacché ne prevedeva lo smantellamento. Per fortuna Antonio Bertola, ingegnere e architetto, si oppose, di fatto salvando questo tesoro prezioso.
Simile sorte toccò anche ai resti del Teatro romano, rinvenuti durante i lavori di ampliamento di Palazzo Reale voluti da Umberto I nel 1899. In questo caso a opporsi fu Alfredo d’Andrade, ideatore del Borgo Medievale al Parco del Valentino, che propose un progetto di ampliamento alternativo.
Il teatro, costruito nel 13 a.C., fu eretto per dare un’aura di città a quello che fino a prima dell’avvento dei Romani era stato un villaggio.
Le rappresentazioni ebbero luogo fino al II secolo, quando il Cristianesimo le proibì.